Terapia di resincronizzazione cardiaca nei pazienti con insufficienza cardiaca e complesso QRS minore di 120 millisecondi
Sebbene i benefici della terapia di resincronizzazione cardiaca siano ben stabiliti in pazienti selezionati con insufficienza cardiaca e prolungata durata del QRS, restano da dimostrare gli effetti benefici nei pazienti con complessi QRS stretti.
Lo studio LESSER EARTH ( Evaluation of Resynchronization Therapy for Heart Failure ) è uno studio in doppio cieco, randomizzato, effettuato in 12 Centri per confrontare gli effetti della terapia di resincronizzazione cardiaca attiva e non-attiva in pazienti con disfunzione grave del ventricolo sinistro e durata del QRS minore di 120 millisecondi.
Lo studio è stato interrotto prematuramente dal Data Safety and Monitoring Board per via della futilità e delle preoccupazioni riguardanti la sicurezza dopo aver randomizzato 85 pazienti.
I cambiamenti nella durata dell'esercizio fisico dopo 12 mesi non sono stati diversi nei pazienti con e senza terapia di resincronizzazione cardiaca attiva ( -0.7 minuti vs 0.8 minuti; P=0.31 ).
Allo stesso modo, non è stata osservata alcuna differenza significativa nei volumi tele sistolici del ventricolo sinistro ( -6.4 mL vs 3.1 mL; P=0.28 ) e di frazione di eiezione ( 3.3% vs 2.1%; P=0.52 ).
Inoltre, la terapia di resincronizzazione cardiaca è stata associata a una significativa riduzione nel test della distanza percorsa a piedi in 6 minuti ( -11.3 vs 25.3 m; P=0.01 ), a un aumento della durata del QRS ( 40.2 vs 3.4 millisecondi; P minore di 0.0001 ), e a un trend non-significativo verso un aumento delle ospedalizzazioni correlate a scompenso cardiaco ( 15 ricoveri in 5 pazienti rispetto a 4 ricoveri in 4 pazienti ).
In conclusione, nei pazienti con frazione di eiezione ventricolare sinistra minore o uguale al 35%, sintomi di insufficienza cardiaca e durata del QRS inferiore a 120 ms, la terapia di resincronizzazione cardiaca non ha migliorato gli esiti clinici o il rimodellamento del ventricolo sinistro ed è stata associata a danni potenziali. ( Xagena2013 )
Thibault B et al, Circulation 2013; 127: 873-881
Cardio2013
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